ANNO 14 n° 119
Proust in cucina E cercavo in te le stelle
>>>> di Massimiliano Capo <<<<
24/11/2014 - 00:06

di Massimiliano Capo

VITERBO -

Cercavo te nelle stelle/quando le interrogavo bambino.

Cercavo altro e mi è capitata sotto gli occhi.

Ho chiesto di te alle montagne/ma non mi diedero che poche volte/solitudine e breve pace.

E quando, davanti alla morte/ho gridato di no da ogni fibra/che non avevo finito/che troppo ancora dovevo fare/ era perché mi stavi davanti/

E poi continua, fino a chiudere così:

Sono tornato perché c’eri tu.

Mi è capitata sotto gli occhi perché, mentre guardavo negli occhi un ragazzo maliano spuntato fuori da un angolo della tele che raccontava di un pezzo di Roma incazzata, mi sono tornati in mente Primo Levi e il culo.

Ora, che non suoni irriverente perché non lo è né vuole esserlo.

Insomma, ero lì e ascoltavo questo ragazzo, sorridente malgrado tutto, che faceva una considerazione semplicissima: vengo da un paese in cui anche solo immaginare il futuro è impossibile. Sono qui perché quel futuro lo voglio, per me e per i miei cari. Punto, niente di più.

E allora ho pensato a Primo Levi che ha avuto la forza di raccontare l’orrore estremo dello sterminio nei campi nazisti e che, a quella forza programmata per annientare, ha contrapposto la forza della testimonianza e del racconto.

La testimonianza ed il racconto della fatica quotidiana per continuare a pensare al futuro, delle piccolissime gioie (anche quelle trovano spazio nella vita disperata del lager), dei cedimenti, dei compromessi; insomma del bianco, del nero e del grigio di cui è fatta la nostra vita.

La testimonianza e il racconto della lotta per non perdere mai la dignità di essere un uomo.

Ecco, se questo è un uomo:

Voi che vivete sicuri/nelle vostre tiepide case/voi che trovate tornando a sera/ il cibo caldo e visi amici:/ considerate se questo è un uomo,/ che lavora nel fango/che non conosce pace/che lotta per mezzo pane/ che muore per un sì o per un no.

E qui entra in gioco il culo.

Sì, il culo. Quello a cui spesso ci viene di pensare quando una cosa ci va bene.

Ecco, a noi che stiamo qui, al caldo nelle nostre case tiepide; a noi che incrociamo sguardi amici e sentiamo il calore dell’amore della ragazzina dai capelli rossi, ci ha detto semplicemente culo.

Sì, poi abbiamo faticato e fatichiamo ogni giorno. Ci battiamo perché ci piace migliorarci. Perché ci piace comprarci le cose. Perché ci piace viaggiare e viver bene. Perchè vogliamo anche noi il nostro futuro. E lo vogliamo bello per noi e per coloro a cui vogliamo bene.

Vogliamo: vogliamo fino in fondo essere uomini e non perdere mai la dignità e la possibilità di sentirci tali.

Però, dovremmo farlo senza mai dimenticare che avremmo potuto esser noi il povero ragazzo maliano e allora sì che erano cazzi.

Insomma, ogni tanto, quando siamo lì (tutti, me compreso) a semplificare, a ridurre tutto alle formule consunte della discussione pubblica, a cercare una soluzione qualunque ad un problema tutt’altro che semplice, facciamo lo sforzo di ricordarci che stiamo sempre parlando di uomini e donne.

Uomini e donne a cui il culo cosmico ha affidato una vita più complicata della nostra ma a cui nessuno può togliere la voglia di sognare.

Ecco, ora immaginate un abete e una palma, e immaginateli come li ha immaginati Heine:

Un abete sta solitario/Là nel Nord, sul pendio deserto./Dorme e sogna, sotto il sudario/Della neve che l’ha ricoperto./Sogna di una palma sottile/Cresciuta nel lontano Oriente:/Anche lei sogna senza fine,/Confitta nella rupe rovente.

Così siamo, abeti e palme.

Mi chiamano, è ora di andare. Dalla cucina sale il profumo del ciambellone al cacao di mamma Silvana.

Ingredienti

300 g di farina

150 g di zucchero semolato

100 g di burro

3 uova

150 ml di latte

60 g di cacao amaro

1 bustina di lievito per dolci

zucchero a velo

Preparazione:

Sbattete in una terrina lo zucchero e le uova con una frusta, cercando di rendere schiumoso il composto. Sciogliete il burro in un pentolino a fuoco bassissimo, senza farlo friggere. Unitelo all'uovo e allo zucchero, insieme alla farina setacciata. Versate quindi, poco a poco, il latte.

Setacciate anche il cacao e il lievito, continuando a mescolare, e aggiungete un pizzico di sale. Una volta omogeneo, versate l'impasto in una teglia apposita, precedentemente imburrata. Infornate a 180°C e fate cuocere per circa mezz'ora (fate sempre la prova stecchino prima di sfornare).

Prima di servire, lasciatelo raffreddare e cospargetelo con zucchero a velo.

 





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